martedì 19 luglio 2011

Louis Wail schizofrenia e arte gatta...

Agli psichiatri che ebbero l'occasione di osservare i disegni di Louis Wail (1860-1939) essi offrirono una rara e fedele testimonianza del progressivo rivelarsi ed aggravarsi della schizofrenia che turbò dolorosamente la mente dell'artista da un certo punto della sua vita in poi. Tale processo risulta ancora più evidente ed analizzabile, perché uno soltanto è sempre rimasto il soggetto dei disegni di Wail: il gatto. Wail dipinse gatti per tutta la sua vita, dal breve periodo della realzione coniugale fino al fondo del baratro più nero ed inaccessibile della malattia psichica. L'immagine del gatto lo seguì fedelmente lungo tutto il suo drammatico viaggio.
I primi suoi disegni di gatti risalgono al 1893, quando sua moglie Emily si ammalò di cancro.  Lui le fu sempre accanto e, per tentare di distrarla dal male che gliel'avrebbe portata via ben presto, disegnava ritratti del loro gatto Peter. Fu ciò che raccontò lo stesso Wail durante un'intervista rilasciata quando, ormai famoso, era molto apprezzato sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti.
Nel 1907, all'età di 47 anni, cominciarono ad apparire in lui i primi segnali di un forte malessere mentale, la cui diagnosi definitiva arrivò nel 1924: Wail soffriva ormai di una grave ed accertata forma di schizofrenia e di allucinazioni. .
Man mano che procedeva nelle zone più invivibili ed oscure della propria mente, anche i gatti, sui suoi fogli si trasformavano. Da quelli ancora tradizionali degli inizi -benché fossero gatti spesso raffigurati in atteggiamenti umani- mossero i primi passi gatti via via più astratti. Nel corso degli anni assunsero occhi sempre più grandi, apparivano circondati da un'esplosione centrifuga di linee violente dai colori fortissimi, fino a diventare delle vere e proprie “maschere” e ad acquisire forme non più corporee, quasi disintegrate. Nel video allegato all'articolo tale processo è egregiamente illustrato da una serie di disegni relativi alle diverse fasi della vita e della produzione dell'artista.
Linee e tinte violente servivano a Wail per immergere i suoi gatti in un campo di energia sprigionata dai loro stessi corpi, quel campo che in realtà esiste e che viene chiamato talvolta “aura”. Si dice che alcune persone abbiano la capacità di percepirlo, e questo fu esattamente ciò che Wail spiegò ai medici che lo avevano in cura, disse loro di “vedere e sentire intorno ai corpi delle correnti di energia elettromagnetica” che gli altri apparentemente non riuscivano a sentire e che tale energia stava “sensibilizzando e trasformando la sua mente”.
Da quando, nel 1924, Wail fu ricoverato nell’Ospedale di Springfield in preda ad allucinazioni, non tornò mai più ad una vita normale. Dal 1925 al 1930 visse al Bethlehem Hospital di Southwark e dal 1930 al 1939, anno della sua morte, al Napsbury Hospital di Hertfordshire. Non smise mai di disegnare gatti.

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