Mondo Gatto

Animali terapeuti

Il termine pet therapy indica una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico.
Nei bambini con particolari problemi, negli anziani e  in alcune categorie di malati e di disabili fisici e psichici il contatto con un animale può aiutare a soddisfare certi bisogni (affetto, sicurezza, relazioni interpersonali) e recuperare alcune abilità che queste persone possono aver perduto.

La soddisfazione di tali bisogni, necessaria per il mantenimento di un buon equilibrio psico-fisico, è uno degli scopi della pet therapy che offre, attraverso alcune Attività Assistite dagli Animali (AAA), soprattutto quelli detti d'affezione o da compagnia, cui si riferisce il termine pet nella lingua inglese, una possibilità in più per migliorare la qualità della vita e dei rapporti umani.

La pet therapy può anche contribuire, affiancando ed integrando le terapie mediche tradizionali, al miglioramento dello stato di salute di chi si trova in particolari condizioni di disagio, attraverso Terapie Assistite dagli Animali (TAA), interventi mirati a favorire il raggiungimento di funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive.

È stato infatti rilevato da studi condotti già negli scorsi decenni e oggi comprovati da sempre più numerose esperienze, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente adatto a favorire i contatti inter-personali offrendo spunti di conversazione, di ilarità e di gioco, l'occasione, cioè, di interagire con gli altri per mezzo suo.
Può svolgere la funzione di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e di conflittualità e può rappresentare un valido aiuto per pazienti con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specie se bambini o anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e di ritardo mentale e per pazienti psichiatrici.
Ipertesi e cardiopatici possono trarre vantaggio dalla vicinanza di un animale: è stato, infatti, dimostrato che accarezzare un animale, oltre ad aumentare la coscienza della propria corporalità, essenziale nello sviluppo della personalità, interviene anche nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca.

Che si tratti di un coniglio, di un cane, di un gatto o di altro animale scelto dai responsabili di programmi di pet  therapy, la sua presenza solitamente risveglia l'interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione, grazie all'instaurazione di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati con il paziente, stimola energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore.


I bambini ricoverati in ospedale, ad esempio, soffrono spesso di depressione, con disturbi del comportamento, del sonno, dell'appetito e dell'enuresi dovuti ai sentimenti di ansia, paura, noia e dolore determinati dalle loro condizioni di salute, e dal fatto di essere costretti al ricovero, lontani dai loro familiari, dalla loro casa, dalle loro abitudini. Alcune recenti esperienze, condotte in Italia su bambini ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di Attività Assistite dagli Animali, dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con l'animale consentono di alleviare i sentimenti di disagio dovuti alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario. Le attività ludiche e ricreative organizzate in compagnia e con lo stimolo degli animali, il dare loro da mangiare, il prenderli in braccio per accarezzarli e coccolarli hanno lo scopo di riunire i bambini, farli rilassare e socializzare tra loro in modo da sollecitare contatti da mantenere durante il periodo più o meno lungo di degenza, migliorare, cioè la qualità della loro vita in quella particolare contingenza.

Altre esperienze di Attività Assistite dagli Animali riguardano anziani ospiti di case di riposo. Si è osservato che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti. Un miglioramento nello stato generale di benessere per chi spesso, a causa della solitudine e della mancanza di affetti, si chiude in se stesso e rifiuta rapporti interpersonali.


Nel campo delle Terapie Assistite dagli Animali, dove le prove di un effettivo miglioramento dello stato di salute di alcuni pazienti si stanno accumulando nella letteratura scientifica, la pet therapy propone co-terapie dolci da affiancare alle terapie mediche tradizionali e, attraverso un preciso protocollo terapeutico, è diretta a pazienti colpiti da disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, disturbi psicomotori, nevrosi ansiose e depressive, sindrome di Down, sindrome di West, autismo, demenze senili di vario genere e grado, patologie psicotiche, ma anche a quanti necessitano di riabilitazione motoria come chi è affetto da sclerosi multipla o reduce da lunghi periodi di coma. L’intervento degli animali, scelti tra quelli con requisiti adatti a sostenere un compito così importante, è mirato a stimolare l’attenzione, a stabilire un contatto visivo e tattile, un’interazione sia dal punto di vista comunicativo che emozionale, a favorire il rilassamento e a controllare ansia ed eccitazione, ad esercitare la manualità anche per chi ha limitate capacità di movimento, a favorire la mobilitazione degli arti superiori, ad esempio accarezzando l’animale, o di quelli inferiori attraverso la deambulazione con conduzione dell’animale la cui presenza rende gli esercizi riabilitativi meno noiosi e più stimolanti.


Le attività di Pet Therapy sono caratterizzate, tuttavia, da una grande eterogeneità, sia per quanto riguarda il percorso formativo degli operatori, sia per la tipologia degli utenti e le metodologie adottate. Il crescente interesse in materia e la mancanza di strumenti legislativi che regolino le terapie svolte con l’ausilio degli animali, ha fatto sorgere la necessità di effettuare da parte dell'Istituto Superiore di Sanità una ricognizione delle attività svolte a livello nazionale.
Il rapporto include i risultati di un censimento delle terapie e attività assitite in alcune regioni italiane e presenta alcuni esempi di attività svolte sul campo. Vengono esaminati i problemi etici legati all’utilizzo degli animali a fini terapeutici e di assistenza e suggerite linee guida per una corretta pratica di queste attività.

Combattere il caldo

problemi gattiAnche noi mici ci troviamo soprattutto in questo periodo a soffrire di caldo...e la nostra pelliccia non aiuta!!
Vi darò alcuni consigli utili per aiutare i vostri micetti a stare meglio:
1. lasciategli tanta acqua a disposizione fresca ma mai fredda per evitare possibili congestioni.
2. L’alimentazione deve sostanzialmente rimanere quella di sempre, avendo l’accortezza di somministrare i pasti nelle ore più fresche e, nel caso di cibo umido, facendo attenzione che non venga lasciato nella ciotola troppo tempo: con il caldo potrebbe deteriorarsi con conseguenze facilmente immaginabili!
3. L’ aria condizionata può essere utile sia in casa che in auto, specialmente nelle ore più afose, ma non al massimo per evitare sbalzi improvvisi e/o freddate. Se non si dispone di condizionatori è bene accendere il ventilatore opportunamente orientato così come in automobile sarà necessario tenere aperti i finestrini. In entrambi i casi, ovvero di aria condizionata o di ventilatore, impedite al Vostro micio di disporsi davanti alla fonte d’aria, altrimenti Vi troverete in piena estate alle prese con un gatto raffreddato in giro per casa.
4. Controllate, infine, spesso il Vostro amico peloso e se notate qualche difficoltà ( respirazione rapida ed affannata) bagnategli la testa con l’accortezza di non farla entrare nelle orecchie per evitare possibili e fastidiose otiti.
5. Controllatelo costantemente e se verificate che i problemi permangono contattate il vostro veterinario di fiducia.


Parliamo di sterilizzazione


La sterilizzazione del maschio riduce in modo significativo alcuni tipi di comportamento che espongono il gatto a incidenti, traumi e pericoli di contrarre gravi malattie, quindi, come per il cane, comporta numerosi vantaggi:




  • Cala del 90% la tendenza ad allontanarsi da casa e a lottare con gli altri gatti.







  • I gatti sterilizzati statisticamente vivono più a lungo e sono più sani di quelli interi.








  • Durante il vagabondaggio e le lotte il gatto rischia di essere investito, preso a fucilate, avvelenato, sviluppare ferite da morso e ascessi.








  • Il gatto evita di contrarre malattie gravi come la leucemia felina (FeLV) e l’immuonodeficenza felina (FIV), trasmissibili sia sessualmente che per contatto con gatti infetti.








  • Anche nel gatto che vive confinato in casa la sterilizzazione apporta dei vantaggi: diminuisce del 90% il comportamento di marcatura (vale a dire l’abitudine a spruzzare l’urina per segnare il territorio) e l’urina perde l’odore intenso e sgradevole tipico dei maschi interi, difficilmente sopportabile se non ha possibilità di fare i bisogni all’esterno.





  • E’ importante sottolineare che la sterilizzazione influisce solo sulla produzione di testosterone (che è l’ormone maschile responsabile del comportamento sessuale, dell’interesse verso le femmine in calore e dell’aggressività); l’intelligenza e il temperamento del gatto non ne vengono assolutamente influenzati (il testosterone non ha alcuna influenza sull’intelligenza!). Il gatto sterilizzato non diventerà affatto pigro e stupido, o modificherà il suo carattere, com’è credenza comune tra alcuni proprietari contrari o titubanti, bensì conserverà tutti i tratti della sua personalità precedenti all’intervento; sarà altrettanto affettuoso e godrà di una vita più lunga e senz’altro più sana. I gatti sterilizzati inoltre in genere si tengono molto più puliti di quelli interi, cosa che può rendere molto più serena la nostra convivenza con loro! La propensione verso la caccia, invece, non viene per nulla modificata.
    L’intervento può essere eseguito ad ogni età, ma in genere si effettua a circa un anno, prima che il gatto raggiunga la piena maturità sessuale e inizi ad allontanarsi da casa, altrimenti c’è il rischio che possa conservare cattive abitudini o che soccomba per qualche incidente.

    La sterilizzazione è un intervento chirurgico che si effettua di routine nelle gatte perché permette di evitare le gravidanze e i problemi legati al calore, come i miagolii continui, ma anche perché ha importanti effetti positivi sulla salute. La sterilizzazione, infatti, previene le malattie dell’utero (piometra) e, se effettuata in giovane età (prima della pubertà), anche i tumori mammari. La sterilizzazione viene infatti eseguita preferibilmente a 5- 6 mesi di età, prima che la gatta abbia il primo calore; in questo modo si ottiene una riduzione di incidenza di tumori della mammella del 91%. Nelle gatte sterilizzate entro i 12 mesi di età, la riduzione dei tumori mammari è del 86%. Se la sterilizzazione viene effettuata tra uno e due anni di età, la riduzione del rischio è solo del 11%. Dopo i due anni di età la sterilizzazione può sempre essere effettuata, ma non ha più l’effetto protettivo sulla comparsa del tumore mammario. La gravidanza, peraltro, non ha alcun effetto protettivo sulla comparsa di questa patologia, non diminuisce cioè le probabilità della sua comparsa. Far fare una gravidanza alla gatta, prima di sterilizzarla, non è quindi di alcun vantaggio per la sua salute (la espone anzi a possibili rischi).
    La sterilizzazione può essere effettuata in due modi: asportando l’utero e le ovaie (ovarioisterectomia), o asportando solo le ovaie (ovariectomia); in entrambi i casi la gatta non avrà più calori e non potrà restare gravida. Poiché la comparsa dei calori, lo sviluppo di tumori mammari e i problemi di comportamento dipendono dall’attività delle ovaie, i due tipi di intervento sono altrettanto efficaci. Di solito è preferibile togliere anche l’utero nelle gatte più anziane, in quelle che hanno ricevuto trattamenti ormonali anticoncezionali e, ovviamente, in quelle in cui sono presenti patologie a carico dell’utero, o che al momento della sterilizzazione sono già gravide. Nel caso di gatte giovani e sane è sufficiente asportare le ovaie, il che rende l’intervento più semplice e rapido e con minori complicazioni.
    La gatta, contrariamente alla cagna, può essere sterilizzata anche quando è in calore, il che porta alla cessazione immediata delle manifestazioni dell’estro (miagolii, attrazione dei maschi). Anche le gatte gravide possono essere sterilizzate, il che rappresenta un metodo efficace di interruzione della gravidanza, ma più la gravidanza è avanzata più l’intervento è lungo e complicato, dal momento che i vasi sanguigni dell’utero e delle ovaie sono molto più grandi durante le ultime fasi della gravidanza.
    Se la gatta ha partorito di recente e la si vuole sterilizzare, idealmente è meglio aspettare che i gattini siano svezzati, in modo che le ghiandole mammarie siano ridotte di volume e non interferiscano con la chirurgia. Poiché però la gatta può tornare in calore durante l’allattamento, non sempre è possibile aspettare.
    Contrariamente alle dicerie popolari, la sterilizzazione non altera affatto la personalità della gatta: la gatta sterilizzata avrà esattamente la stessa personalità di quando non è in calore, vale a dire di quando l’attività delle sue ovaie è a riposo e non ci sono ormoni estrogeni in circolo; non è vero che le gatte sterilizzate diventano pigre e ottuse. Poiché in genere la sterilizzazione coincide con il raggiungimento del completo sviluppo fisico, i fabbisogni alimentari diventano inferiori e può essere necessario limitare la quantità di cibo che si lascia a disposizione della gatta per prevenire problemi di obesità.
    L’intervento di legatura delle tube è controindicato: non elimina i comportamenti indesiderati legati al calore, non protegge dalla comparsa dei tumori mammari, espone la gatta al rischio di patologie dell’utero (in particolare la piometra) e di infezioni virali contratte con l’accoppiamento.

                               Mici e unghie...

    Il gatto possiede affilate unghie retrattili a crescita continua, che mantiene in buone condizioni "affilandole" sui tronchi degli alberi o, in mancanza di questi, sui mobili di casa. I gatti che non hanno l’occasione di uscire all’aperto tendono quindi a rovinare il mobilio. A ciò si può in parte ovviare lasciando a disposizione del gatto gli appositi graffiatoi, in vendita nei negozi per animali, ma anche accorciando periodicamente la punta delle unghie. Anche nei gatti anziani, che fanno meno attività, può essere consigliabile spuntare periodicamente le unghie se si allungano troppo.
    Se condotto correttamente, il taglio delle unghie è assolutamente indolore: occorre avere l’avvertenza di non tagliare la parte rosa dove si trovano i vasi sanguigni e i nervi. La prima volta si può chiedere al veterinario di farsi insegnare la procedura, che è piuttosto semplice. Si deve impiegare un apposito tagliaunghie per gatti perché le nostre forbicine non sono adatte. Con una mano si afferra la zampa in modo che il pollice sia sul dorso della zampa e le altre dita sotto; una leggera compressione su ciascun dito fa estendere l’unghia, rendendola più visibile. Osservandola da vicino si vede chiaramente la differenza tra la parte rosa, che contiene i vasi e i nervi, e quella bianca, senza vasi, che può essere tagliata a un paio di millimetri di distanza dalla parte vascolarizzata. Se il gatto è restio a farsi fare questo trattamento, è possibile tagliare solo una o due unghie al giorno, fino a completare l’operazione. Si può anche approfittare del momento in cui il gatto è profondamente addormentato, agendo con molta delicatezza.


    GATTI E GRAFFI
    Graffiare oggetti all'interno della loro area territoriale è un comportamento istintivo e peculiare dei gatti, anche vivendo in ambiente domestico. Quest'azione riveste diversi significati contemporaneamente:
    1. lo sfregamento meccanico aiuta a rimuovere lo strato corneo esterno dell'unghia, ormai 'morto',
    2. le secrezioni delle ghiandole situate nei cuscinetti, e i graffi stessi, fungono da marcatura territoriale sia visuale che chimica,
    3. lo "stretching" aiuta i tendini e i muscoli flessori delle zampe e delle dita a mantenersi tonici,
    4. potrebbe essere una riaffermazione di dominanza (in presenza di altri gatti),
    5. sembra un'attività in sé molto gratificante ...per il gatto!
    Dato che graffiare oggetti è un comportamento del tutto normale e profondamente radicato, e qualunque gatto è fortemente motivato a farlo, quindi è completamente inutile  pensare di poter risolvere il problema della salvaguardia del mobilio impedendo al gatto di graffiare. Piuttosto, l'obiettivo giusto è quello di reindirizzare la graffiatura verso oggetti "accettabili", fatti per questo (cartoni che si trovano apposta al supermarket, tiragraffi di corda...ecc...)
    gusti differiscono per quanto riguarda la scelta del materiale (soffice, ruvido, a tramatura fine, a tramatura grossa etc) e la locazione (i punti frequentemente prescelti sono gli angoli sporgenti o vicini al luogo dei pisolini o all'entrata delle stanze...). Se ha già attaccato il mobilio, osservate quali superfici ha graffiato, e dove... Fatevi le seguenti domande:
      1. In quali punti preferisce graffiare, e quando?
      2. Che tipo di tessitura o rivestimento graffia?
      3. Graffia di più oggetti orizzontali o verticali?
      4. A che altezza c'è il maggior numero di graffi?
    Nel rispondere, avrete definito la "mappa" delle preferenze del vostro gatto e individuato gli oggetti "accettabile" da mettergli a disposizione... Acquistate o costruite oggetti "accettabili" che abbiano superfici esterne simili (ad es. tavolette di legno di 30cm x 60cm ricoperte in moquette, stoffa grezza, cuoio, cartone corrugato, corde di sisal... oppure direttamente un vecchio ceppo sufficientemente alto). L'importante è però che la vostra scelta rispecchi i gusti del VOSTRO gatto così come sono apparsi nelle domande precedenti...
       
     Se il micio non abbia ancora iniziato a graffiare:
    • Potete direttamente sistemare uno o più tiragraffi nel posto per voi più comodo, stando attenti però che  siano per lui facilmente raggiungibili, e soprattutto al risveglio dai pisolini. Sarà dapprima necessario fare delle prove per individuare i suoi gusti. Alcuni tiragraffi in corda sono venduti con dell'erba gatta essiccata che risulta attrattiva per il micio. Se così non fosse, prendete il micio e grattate con le sue unghie sulla superficie in modo da fargli lasciare il proprio odore sul tiragraffi che riconoscerà come tale dalla volta successiva. Come inizia a graffiare il tiragraffi che abbiamo messo a sua disposizione di sua iniziativa, premiatelo subito sia a voce che eventualmente con un croccantino. 
        Nel caso il micio abbia già attaccato parte del mobilio:
    • E' meglio sistemare provvisoriamente il tiragraffi in prossimità del mobile da proteggere, accertandovi che esso sia del tutto stabile e che la robustezza sia sufficiente per sostenere il peso nel caso possediate un micio ADULTO.
    • Proteggete provvisoriamente il mobile con qualcosa che il micio trovi molto poco attraente, come del nastro biadesivo (del tipo usato per fissare la moquette), fogli di alluminio, fogli di carta vetrata, una guida plastica per tappeti posta al contrario etc... E' consigliabile rinforzare la protezione meccanica con qualcosa che agisca da repellente, specie i primi giorni (possono funzionare dei batuffoli di cotone impregnati di sostanze -NON tossiche- che il micio trovi spiacevoli: profumi forti, aroma di limone, aceto, cipolla etc.). Attenti però a non inondare col repellente anche il vicino tiragraffi!
    • Le prime volte sarà necessario guidare il micio: al primo segno di attacco al mobile, dirottatelo gentilmente ma con fermezza verso il suo nuovo oggetto per affilarsi le unghie, grattando sulla superficie. Come inizia a graffiare l'oggetto il tiragraffi di sua iniziativa, va naturalmente premiato  subito dopo, sia a voce che eventualmente con un croccantino. Dato che i gatti tendono a graffiare nel posto dove lasciano il proprio odore, dopo le prime volte non sarà più necessario.
    • Quando il micio è ormai abituato a graffiare costantemente soltanto il tiragraffi, potete spostare lo stesso molto gradualmente (circa 25cm al giorno) in una posto per voi più comoda o nascosta. E' comunque consigliabile mantenerlo quanto più possibile nelle immediate vicinanze del luogo precedentemente utilizzato dal micio, per evitare che preferisca dedicare la sua attenzione nuovamente al mobilio.
    • NON  rimuovete le coperture o i batuffoli col repellente dal mobile finché il micio non stia costantemente graffiando solo il tiragraffi e nel luogo della sua definitiva sistemazione da almeno un mese. Quindi, iniziate gradualmente a rimuoverle una per volta, non tutte insieme.
    PUNIZIONI E GATTI

    Sempre che riusciate a cogliere il vostro micio nell'atto di graffiare un mobile, il miglior tipo di deterrente è la "punizione remota", consistente nel far associare al gatto la sua azione con un'impressione sgradevole ma che NON possa essere ricollegata a voi, né richieda interazione con voi. Perciò *non* sgridate il micio direttamente: piuttosto fate un rumore improvviso (un fischio, una smanacciata sul muro, una giornalata sul tavolo...), tirate un cuscino addosso al micio o spruzzatelo con una pistola ad acqua/spruzzatore, badando che il micio NON si accorga che tutto ciò proviene da voi (non sottovalutate le sue capacità di osservazione!). Se viceversa la punizione è interattiva, il micio imparerà presto a non graffiare in vostra presenza per evitare la punizione, ma NON si esimerà dal farlo in vostra assenza perché sicuro che in tal caso non ci sarà nessuno a punirlo.

    CUCCIOLOTTI MICIOSI...come comportarsi con loro

     Se i cuccioli sono orfani.
    Quando uno o più micetti restano privi della madre naturale, la cosa migliore per loro è di riuscire ad affidarli ad una mamma-gatta "adottiva" [ideale una gatta che abbia appena partorito e non abbia già stretto forti legami con i suoi propri cuccioli: per indurre la gatta a leccarli è possibile spalmarli con del burro o, all'opposto, sporcarli con l'urina dei cuccioli residenti. Veterinari, allevatori, negozi di animali e giornali di annunci possono contribuire alla ricerca]
    Se non si riesce a trovare una mamma-gatta disponibile: in tal caso, non resta che SOSTITUIRSI ad essa...
    L'obiettivo è far sì che i micetti diventino adulti sani e ben socializzati: questo richiede una grande attenzione per le tappe di sviluppo fisico e comportamentale, che segneranno i micetti per il resto della loro vita. Naturalmente è un grande impegno occuparsi di mici così piccoli, ma se si ha pazienza, amore per loro e fiducia nelle proprie capacità potremo poi trovare ricompensa in una delle più esaltanti esperienze che si possano fare!

    I cuccioli felici sono cuccioli CALDI, IDRATATI e SAZI. Sarà conveniente pertanto focalizzare subito i 3 capisaldi dell'allevamento artificiale:

    un ricovero caldo, asciutto, pulito e privo di pericoli,
    un'alimentazione adatta, all'ora adatta, nella quantità adatta,
    alcune precauzioni igieniche:
    - un sapone antibatterico -clorexidina- per lavarsi le mani prima e dopo aver maneggiato i piccoli,
    - un pettinino antipulci per micetti troppo piccoli per trattamenti antiparassitari

    CUCCIOLI TROVATELLI
    I micetti necessitano di AMORE! Specie se privi della mamma-gatta naturale, dipendono in tutto e per tutto dalla mamma-gatta "sostitutiva", cui spetta il compito di nutrirli, rassicurarli, vegliare sulla loro sicurezza e guidarli nelle prime esperienze.
    Nel soccorrere un micetto abbandonato per strada, occorre tenere innanzitutto presenti le condizioni di salute al momento del ritrovamento: una precauzione importante è di provvedere immediatamente una fonte di CALORE, specie se fa freddo e/o è più piccolo di due settimane: se possibile, sistematelo all'interno del giubbotto, il più possibile vicino alla pelle: dal momento che non ha calore proprio da mantenere, avvolgere un micetto semi-assiderato con fogli di giornale e/o un plaid è del tutto inutile. Può invece servire allo scopo una borsa con acqua calda o una bottiglia...
    portate il micetto dal Medico Veterinario il prima possibile, anche se vi appare vispo e in discrete condizioni di salute, una volta a casa, NON dategli cibo finché appare letargico o è ancora intirizzito dal freddo o freddo al tatto,
    idratatelo immediatamente, a piccole ma frequenti dosi: se è possibile, con soluzioni idro-elettrolitiche (es. Pedialyte), ricordatevi che è meglio non lavare un micetto più piccino di 6 settimane, se proprio non è assolutamente indispensabile.
     Mantenere un "diario giornaliero"  per poter annotare il peso giornaliero, lo stato di idratazione e l'aspetto generale può essere di aiuto per osservare se i micetti crescono nel modo corretto

    Cosa serve per occuparsi dei miciniPrima di accingersi all'impresa, è necessario procurarsi un minimo di "attrezzature" da tenere sempre a mano:

    cose indispensabili:
    una culla o nido-d'infanzia: quella sarà la "tana" del micetto o dei micetti nelle prime settimane di vita,
    un cuscinetto termico (termoforo)- o una borsa dell'acqua calda (deve essere cambiata spesso per mantenere costante la temperatura dei micini)
    un kit da allattamento artificiale composto da biberon ad uso animale e tettarelle oppure diverse siringhe da 2.5, 5 e 10 cc/ml -per esperienza diretta preferisco il biberon da pulire bene ogni volta viene usato
    un latte maternizzato per micetti di alta qualità, tipo "KMR, Kitten Milk Replacer, Milky Zoo" (più conveniente il tipo in polvere)
    vari accessori igienici: garze sterili, cotone idrofilo, spugnette, pettinino antipulci, spazzolina morbida.
    cose che sono consigliabili:
    un reintegratore idro-salino ad uso pediatrico, tipo Pedialyte [chiedete consiglio al vostro veterinario di fiducia, dopo la prima visita ai micini]
    una bilancia da cucina per pesare quotidianamente il micetto o i micetti,
    Il rifugio dei micetti
     deve essere un posto protetto, pulito, caldo e asciutto dove i micetti possano dormire per tutto il tempo necessario senza venire disturbati: provvedere loro una "tana" (cuccia sicura) è indispensabile, soprattutto nelle prime critiche tre-quattro settimane di vita. Nessuna necessità di attrezzature sofisticate: basta una comune SCATOLA di CARTONE pulita [con pannoloni per cuccioli disposti sul fondo, ndt] coi bordi sufficientemente alti da impedire ai micetti di uscire per le prime due-tre settimane.

    Il CALORE è vitale nelle prime due-tre settimane di vita, dato che essi non hanno la capacità di regolare la propria temperatura corporea. Bisogna considerare che non potendo rabbrividire, non è possibile accorgersi di quando sentano freddo. Sono due le soluzioni possibili:

    l'impiego di un cuscinetto termico (termoforo) regolato SEMPRE al minimo [e avvolto in una copertura impermeabile, dovessero bagnarlo... ndt]: va sistemato su un solo lato della scatola, coperto da vari strati di asciugamani [cotone o lino, ndt]: se i cuccioli dovessero sentire troppo caldo DEVONO avere la possibilità di spostarsi sull'altro lato [meglio non coprire i cuccioli, potrebbero rimanere avviluppati uno sull'altro; se il piccolo è uno solo, mettete insieme a lui uno o due peluche per fargli compagnia, ndt].
    [l'impiego di una lampadina ad infrarossi -reperibile presso i negozi di materiale elettrico- avvitata sopra un comune portalampada e posizionata ad altezza opportuna sopra la scatola (vedi tabella delle temperature), ndt].
    Assicuratevi che i micetti non possano rimanere soffocati o finire direttamente sopra al cuscinetto termico. E' opportuno sistemare il tutto in una camera tranquilla, appartata [schermando la luce eccessiva e naturalmente il sole; posizionate termometro per ambienti ed eventuale igrometro nei pressi e controllate periodicamente temperatura e umidità, ndt]. La temperatura ambientale ideale è:

    - 1° settimana (fino a 7 giorni): 33-31° C

    - 2° settimana (da 8 a 14 giorni):30-28° C

    - 3 e 4° settimana (da 15 a 28 giorni): 27-25° C
    - 5° settimana (da 29 a 35 giorni): 24-22° C

    - oltre i 35 giorni: 20° C

    [L'umidità ottimale è del 40-50%: meglio non sistemare i cuccioli in diretta prossimità di stufe o termosifoni perché l'atmosfera è troppo asciutta e il calore distribuito non omogeneamente; controllate costantemente lo stato d'idratazione dei piccoli, ndt] Alcuni allevatori suggeriscono di disporre un contenitore con acqua in prossimità della scatola -NON dentro- per garantire una certa umidificazione dell'aria.

    ALIMENTAZIONE con BIBERONL'allattamento artificiale consiste nel far succhiare ai micetti -né troppo velocemente né con troppo sforzo- del latte maternizzato. Si può attuare con appositi biberon per uso animale dotati di tettarelle di varie misure [reperibili nei negozi d'animali, ottimo il Borden's: bisogna fare attenzione che il foro della tettarella NON permetta una fuoriuscita eccessivamente veloce del latte. In alternativa -non consigliabile quando non si abbia troppa esperienza- è possibile utilizzare le normali siringhe da 2,5 cc/ml. oppure da 5 o 10 cc/ml, naturalmente senza ago: attenzione a NON iniettare velocemente o si può causare una fatale aspirazione polmonare].

    Qualunque cosa utilizziate, dovrà SEMPRE essere sterilizzata tramite ebollizione prima di ogni uso.Il latte in polvere dev'essere ricostituito in acqua bollente secondo istruzioni del produttore, e poi lasciato intiepidire nel biberon. Il latte in formulazione liquida può essere riscaldato mettendo il biberon pieno in una ciotola d'acqua bollente (noi sconsigliamo l'uso del forno a microonde per la disomogenea temperatura). Mentre la formulazione in polvere è più conveniente e ha il vantaggio di venire preparata fresca ogni volta, non sempre è possibile ricostituirla senza formare grumi. In questo caso, noi preferiamo la formulazione liquida. Dev'essere somministrato quando raggiunge la temperatura corporea felina, ovvero circa 38° C.

    I micetti ciucciano il latte di mamma-gatta in posizione PRONA[supini corrono maggiori rischi di rigurgiti, aspirazione polmonare o ingestione : è possibile sorreggere il micino con una mano oppure appoggiarlo in grembo: in ogni caso, è prudente munirsi di una piccola salvietta. Bagnate con una goccia di latte la tettarella o la cannula della siringa e introducetela delicatamente nella bocca del micetto, curando che la testa resti leggermente sollevata ed estesa mentre ciuccia. Controllate il livello del latte nel biberon e regolatene l'angolazione in modo che non ingerisca aria: ogni poppata deve essere seguita da relativa deglutizione [se indugia a succhiare, resistete alla tentazione di premere sul biberon o sullo stantuffo]. Se del latte fuoriesce dalle narici state ...affogando il piccolo! Succhiando ingerisce più latte di quanto possa inghiottirne: se la tettarella ha un foro troppo grande, è necessario usarne una con foro più piccolo.

    Quanta pappa dare?Nei primissimi giorni è preferibile rischiare di sotto-alimentare piuttosto che sovra-alimentare: il micetto smette solitamente di ciucciare quando si sente sazio. Approssimativamente, si calcolano 25 ml. di latte ogni 100 gr. di peso corporeo al giorno, divisi nel numero di somministrazioni necessarie nell'arco delle 24 ore (sì, anche la notte!).  Qui sotto riportiamo delle dosi puramente indicative, saranno loro a regolarsi ...I micetti non sazi possono piangere continuamente, cercare continuamente di succhiare e/o avere le ossa prominenti nelle anche e nella schiena:

    - 1° settimana (fino a 7 giorni)
    - 2° settimana (da 7 a 14 giorni)
    - 3° settimana (da 14 a 21 giorni)
    - 4° settimana (da 21 a 28 giorni) siringa da 2,5 cc/ml
    siringa da 2,5 o da 5 cc/ml.
    siringa da 5 cc/ml.
    siringa da 5 o da 10 cc/ml. 2,5-5 ml. ogni 2 ore [giorno e notte]
    5-10 ml. ogni 2 [giorno] e 3 ore [notte]
    10-15 ml. ogni 3 ore [giorno e notte]
    15-20 ml. ogni 4 ore [giorno e notte]

    Il latte di vacca così com'è NON è adatto: come soluzione estemporanea, può essere adattato così: 60 ml. latte senza lattosio+14 ml. panna liquida+1 tuorlo+ un poco di formaggino+ integratore vitaminico/minerale con taurina,
    Dopo ciascun pasto, è opportuno che il micetto faccia "il ruttino" appoggiato contro la vostra spalla. Un'altra tecnica è tenere il micetto con la schiena contro il vostro petto e coccolarlo mentre gli massaggiate delicatamente il pancino [ricordate anche di pulirgli il muso con un asciugamano ruvido leggermente inumidito d'acqua calda: il massaggio, gentile ma veloce, simulerà le leccate di mamma-gatta e renderà più tranquilli i vostri cucciolotti].

    E' opportuno pesare ogni micetto ad orari fissi: un guadagno costante di circa 10 gr. al giorno è ottimale, ma non sorprendetevi se il peso rimane stabile per un giorno o due, per poi raggiungere di colpo il livello previsto. Dopo ogni poppata, i micetti necessitano di espletare le loro funzioni fisiologiche (vedi paragrafo successivo), dopodiché controllate il ricovero per vedere se necessiti di essere cambiato, verificate che la temperatura sia corretta e rimetteteli a dormire: dei micetti correttamente alimentati dormiranno tutta l'ora fra un pasto e l'altro. Man mano che crescono, il numero delle somministrazioni e la loro frequenza devono essere gradualmente diminuiti.

    STIMOLARE I BISOGNINII micetti più piccoli di due settimane non controllano i proprio movimenti intestinali e necessitano pertanto della stimolazione materna per provvedersi ogni giorno: in mancanza di mamma-gatta, dovrete provvedere voi... Dopo ciascun pasto [circa 15 min. dopo], mettete il micetto sul pannolone e massaggiate delicatamente la zona perianale e genitale con un batuffolo di cotone inumidito in acqua calda in modo da simulare quanto fa normalmente mamma gatta.  Ciò lo porterà ad urinare ed eventualmente provvedersi (le feci dovrebbero essere giallo chiaro - a causa dell'alimentazione lattea- e ben formate), ed è molto importante che voi continuiate a farlo finché non usi la cassetta con la lettiera da sé [è possibile che micetti neonati non defechino per un giorno o due: è l'assunzione del latte di mamma gatta che contribuisce all'espulsione del particolare ammasso fecale detto meconio: un aspetto cremoso e color mostarda non è preoccupante, mentre feci grigiastre vanno subito segnalate al veterinario]. La zona perianale è molto delicata e può andare soggetta a screpolature o arrossamenti: nel caso, applicare un velo di crema per bambini dopo ogni stimolazione.

    I micetti devono essere protetti dalle malattie: è misura prudenziale lavarsi scrupolosamente le mani con un sapone antibatterico prima e dopo averli maneggiati. Qualora i micetti non avessero ricevuto il colostro dalla loro madre per almeno i primi due/tre giorni di vita (il siero acquoso contenente sostanze anticorpali, minerali e vitaminiche che mamma-gatta produce alla prima montata lattea), sono da considerarsi soggetti a rischio e le chance di sopravvivenza sono molto ridotte: in ogni caso, le precauzioni igieniche dovranno essere quadruplicate allontanando tutte le possibili fonti di contagio virale e batterico, compresi tutti gli altri animali di casa... Nelle farmacie sono in vendita apposite soluzioni disinfettanti antivirali.

    POSSIBILI PROBLEMI (diarrea, costipazione)
    Feci lente e/o giallastre.
    Posso essere indicative di una leggera sovralimentazione. Provate a diluire il latte maternizzato con Pedialyte o acqua oligominerale (circa 1/3) finché le feci non siano ritornate alla normalità. Quindi gradualmente riportate il latte alla consistenza consigliata dal produttore.

    Feci lente e/o verdastre.
    Il cibo si sta muovendo così rapidamente attraverso il sistema digestivo che la bile non viene assorbita: probabilmente, è attribuibile anche questo a una più accentuata sovralimentazione. Diluite il latte con Pedialyte o acqua oligominerale (circa 1/3) e chiedete al vostro veterinario se sia il caso di somministrare qualcosa (es. 2 - 3 gocce di kaopectato ogni quattro ore) finché il problema non si risolva.

    Feci d'aspetto "a ricotta".
    O il latte in polvere è troppo concentrato e sta causando severa sovralimentazione, o può essere intervenuta un'infezione batterica. Diluite il latte con Pedialyte o acqua oligominerale (circa 1/2) e e chiedete al vostro veterinario riguardo la somministrazione di antibiotici. Se interviene una pronunciata disidratazione, può essere necessario somministrare liquidi per via sottocutanea.

    Costipazione o stitichezza.
    Provate innanzitutto ad aumentare leggermente la densità della formulazione e/o diminuire la quantità aumentando però la frequenza dei pasti [per stimolare più volte il riflesso gastroenterico, ndt]. Se l'addome appare gonfio e non vi sono stato movimenti intestinali nelle precedenti 24 ore, potreste somministrargli olio minerale per bocca tramite un contagocce (3 gocce ogni 30 gr. di peso corporeo). Se la situazione non si risolve, chiedete al veterinario per l'opportunità di intervenire con un clisterino pediatrico [es. alla malva e camomilla, ndt].


    ALIMENTAZIONE per SONDA GASTRICA
    L'alimentazione per sonda gastrica, che permette d'iniettare il latte direttamente nello stomaco, è l'ultima risorsa per un micetto altrimenti impossibilitato a succhiare, a causa di malattie, disidratazione, debolezza etc [consiste nell'inserimento di un catetere in gomma flessibile attraverso l'esofago]. Non è priva di rischi anche letali (es. aspirazione polmonare, costipazione, blocco intestinale) e vi si dovrebbe far ricorso solo dietro consiglio veterinario, che può mostrare la corretta tecnica d'introduzione (anche se alcuni hanno imparato a farlo da un manuale).Viene utilizzato lo stesso latte maternizzato impiegato nell'alimentazione col biberon, in ragione di 8 cc. ogni 30 gr. di peso corporeo al giorno, diviso il numero di pasti necessari (es. se un micetto pesa 120 gr, necessita di 32 cc di formula al giorno. Se somministrate 6 pasti saranno 5-6 cc. per pasto). [è possibile impiegare il tubicino dei "butterfly" o aghi a farfalla, ovviamente senza l'ago- misura 5 e misura 8 insieme a siringhe ipodermiche da 2.5 cc/ml e da 10 cc/ml: per le prime due settimane di vita verrà impiegato il tubicino piccolo, dopo le due settimane quello più grande perché quello piccolo potrebbe finire nei polmoni invece che nello stomaco, ndt]

    Il tubicino dev'essere tagliato della misura giusta: appoggiatelo lungo il corpo del micetto ed individuate l'ultima costola (corrispondente allo stomaco). Con un marcatore indelebile o un pezzetto di scotch contrassegnate la lunghezza dalla gola all'ultima costola, e tagliate il tubicino nella lunghezza che vi viene più comoda [ricontrollate la misura come il micetto cresce! ndt]. Fissatene l'estremità opposta ad una siringa di formato adeguato per l'età/taglia del micetto. Il latte in polvere dev'essere sciolto in acqua bollente accuratamente per evitare la formazione di grumi che non passerebbero dal tubicino, mentre il latte in formulazione liquida può venire scaldato a 38° C immergendo la siringa in un contenitore con acqua bollente [utilizzare il forno a microonde per scaldare il latte può causare alterazioni chimiche alla formula ed irregolarità nella temperatura, noi consigliamo di evitarlo]. Assicuratevi che non si siano formate bolle o tasche d'aria nella siringa!

    PROCEDURA CONSIGLIATA: Chiedete sempre al Medico Veterinario d'istruirvi nella tecnica d'introduzione corretta: inserire il tubo nella trachea anziché nell'esofago ha conseguenze fatali!
    Questa è la tecnica che usiamo noi: stendete una salvietta pulita e asciutta sulla mano [la sinistra; destra per i mancini, ndt] e appoggiatevi sopra il micetto [la schiena rivolta contro il vostro petto, ndt], mantenendolo in modo che la testa risulti sollevata rispetto al corpo. Bagnate l'estremità contrassegnata del tubicino col latte caldo, quindi MOLTO DELICATAMENTE appoggiatelo sopra la linguetta e introducetelo con movimento costante giù nella gola, fino al contrassegno [se incontrate resistenza fermatevi, tirate indietro un pochino e quindi procedete]. Accertatevi SEMPRE che il tubicino sia correttamente posizionato nello stomaco attraverso l'esofago PRIMA di iniettare il latte:

    se la siringa è stata già fissata all'altra estremità, iniettate una o due gocce (attenzione, non di più!) ed attendere qualche secondo: se il micetto inizia a tossire, estraete *immediatamente* il tubicino -lo avete inserito nella trachea anziché nell'esofago- e ripetete l'operazione.
    [se la siringa non è stata già fissata, immergete l'estremità libera del tubicino in un bicchiere d'acqua e osservatene la superficie: se non appaiono bollicine di respirazione, è correttamente posizionato nell'esofago e vi si può fissare la siringa, ndt]
    Quando siete SICURI che il il tubicino è correttamente inserito nell'esofago, iniettate lentamente tutto il latte, quindi "pinzate" con le dita il tubicino (per impedire al latte di rifluire all'esterno) ed estraetelo.
    Una volta acquisite esperienza e confidenza, l'alimentazione per sonda gastrica d'ogni micetto non dovrebbe prendere più di due minuti e mezzo. Con questo tipo di alimentazione, non è necessario fargli fare il ruttino, ma potete comunque coccolarli e massaggiarli liberamente... [Attenzione! Come i denti si sviluppano, non è impossibile che i micetti possano mordicchiare il tubicino fino a reciderlo, per cui ne rimanga un pezzetto infilato nell'esofago: se questo dovesse accadere -non fatelo accadere mai- mettete il micetto a testa in giù e scuotetelo finché non riuscite a estrarre il tubicino]L'operazione è più difficoltosa nel caso di un micetto già grandicello o addirittura di un adulto malato: in questi casi, è necessario avvolgere strettamente il micio in un largo asciugamano in modo che non possa graffiare o divincolarsi. Occorre provvedere un tubetto in plastica dura aperto alle due estremità da introdurre come "proteggi-tubicino" fra i denti del micio [diritto, non di sbieco, ndt]: il tubicino verrà introdotto nell'esofago facendolovelo passare attraverso [è possibile sia necessario sedare il micio, oppure ricorrere a tecniche di alimentazione enterale differenti]

    INTRODURRE I PRIMI CIBI SOLIDI
    Il processo di svezzamento può differire ampiamente anche fra micetti della stessa cucciolata, sebbene all'età di circa 4 settimane, la maggior parte dei micetti esprima interesse verso gli alimenti solidi ed inizi a lappare l'acqua dalla ciotola per conto proprio [contemporaneamente, dovrebbero essere in grado d'usare la lettiera -basta metterli dentro la cassetta 15 min. circa dopo ogni pasto, gentilmente- NON usate lettiere agglomeranti per micetti più piccoli di 8 settimane, specie se tendono ad "assaggiarle", perché l'espansione della bentonite può causare un pericoloso blocco intestinale]. Siate pazienti con i micetti che non esprimono alcun interesse in alimenti solidi fino alle sette settimane di vita... sono casi estremi, ma possono accadere.

    NON forzate un micetto riluttante, le prime esperienze alimentari dovrebbero essere il più possibile piacevoli: l'inizio classico è il dito intinto nel latte [meno diluito del solito]. Se il micetto non lecca spontaneamente, sporcategli delicatamente il musetto, facendo attenzione a non imbrattargli il naso in modo da non limitare la respirazione. È importante ricordare che il sistema digestivo del micetto è piuttosto delicato, e può venire facilmente disturbato dai cambiamenti improvvisi. Continuate ad offrirgli il latte dal vostro dito per qualche giorno, quindi incorporatevi gradualmente degli omogeneizzati [carne -agnello compreso- pesce o formaggino, ndt], in una sorta di pappetta cremosa [evitate omogeneizzati con cipolla disidratata, che ha effetto emolitico]. Gli omogeneizzati sono molto digeribili, e generalmente graditissimi, e possono anche in seguito tornare utili in particolari circostanze (es. malattie e convalescenze).

    Continuare a proporre omogeneizzati al micetto per un minimo di quattro volte al giorno, completando col latte maternizzato per essere sicuri che la nutrizione giornaliera sia sufficiente alle esigenze di crescita. Verso le sei settimane, quando il micetto ha imparato a mangiare per conto suo, potete introdurre gradualmente un mangime umido di alta qualità specifico per micetti [non per gatti adulti] quale Iams "kitten" [o Hill's Feline Growth]. Si trovano in tutti i negozi di animali. Potete rendere il paté più cremoso con uno o due cucchiaini di acqua oligominerale o Pedialyte. Dopo le otto settimane, al termine dello svezzamento, è possibile introdurre gradualmente un mangime secco -croccantini- di alta qualità.
    Lasciate SEMPRE a disposizione acqua fresca e pulita, e assicuratevi che i micetti alimentati con mangimi secchi l'assumono regolarmente.

    ALTRI CONSIGLI (idratazione)
    Il livello di idratazione è importantissimo nei micetti: il modo più facile per controllarlo è afferrare saldamente ma delicatamente la pelle del dorso, leggermente più in basso delle scapole, e sollevarla con una leggera rotazione prima di rilasciarla. La pelle d'un micetto ben idratato ritorna immediatamente ed elasticamente al suo posto. Più tempo impiega, più il micetto necessita di liquidi: segnalate senza indugi al Medico Veterinario anche la più leggera disidratazione, perché nei micetti la situazione può precipitare in poche ore. Nei casi più gravi, il veterinario potrebbe consigliare una reidratazione elettrolitica sottocutanea o per fleboclisi, per un assorbimento più rapido.

    Gatti e cani: libro gratuito dell'Aidaa per il benessere di Fido e Micio

    Gatti e cani: libro gratuito dell'Aidaa per il benessere di Fido e MicioIl libro di AIDAA spiega come prendersi cura del gatto e del cane

    Distribuzione gratuita questi giorni il libretto di Aidaa in collaborazione con il Tribunale degli Animali: “Micio e Fido: per affrontare ogni situazione”. Dieci capitoli  per affrontare qualsiasi situazione che coinvolga i nostri amici pelosi e per far sì che il benessere degli animali e dei loro padroni sia sempre in primo piano. Le prime sedici pagine sono dedicate ai cani: divise in 3 capitoli. Il primo racconta del rapporto tra cani e più piccoli e spiega come preparare il bimbo al rapporto con il cane di casa mentre nel secondo e nel terzo capitolo sono elencate tutte le buone regole da tenere insieme a fido nelle aree condominiali e non.
    “Abbiamo voluto raccogliere in un volume tutti i consigli per una vita serena di micio e fido-  dice Lorenzo Croce – si tratta di un libro che attraverso consigli pratici e di semplice lettura ha lo scopo di dare suggerimenti per la soluzione della vita di micio e fido di tutti i giorni e contiene oltre alle regole legali anche le regole del buon senso specialmente per quanto riguarda la gestione di micio e fido in condominio, in viaggio ed anche sulle spiagge. Il tutto con la supervisione di esperti dei diversi settori associativi, crediamo- conclude Croce – con questa pubblicazione che mettiamo in diffusione gratuita di dare un servizio alla gente e siamo certi che l’applicazione di queste
    piccole regole potrà portare ad una maggiore tolleranza e convivenza tra noi e i nostri amici a quattro zampe e tra noi e i nostri vicini che magari non amano particolarmente i nostri pelosi”.
    La distribuzione  gratuita online del volumetto in formato pdf inizierà nei prossimi giorni previo prenotazioni che possono essere fatte mandando una email a .direttivo.aidaa@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

     In viaggio, in vacanza, in casa e per strada, per tutelare la sicurezza di fido, nostra e di chi ci sta intorno. Alcuni suggerimenti poi per il prontosoccorso di cani randagi e feriti. Il libro di AIDAA spiega come prendersi cura del gatto e del caneIl resto del volume è dedicato ai gatti; anche per loro sono specificate alcune regole da tenere quanto ad essere a contatto con micio sono i più piccoli fino ad arrivare ai diritti doveri dei gatti e dei gattari delle colonie condominiali. Elencati anche i comportamenti da tenere in casa e fuori casa
    Vi sono poi due capitoli molto particolari che contengono le regole su come devono comportarsi i padroni di micio e fido di fronte alla paura causata nei due amici a quattro zampe da ruomori molesti e botti di capodanno che spesso provocano fughe ed incidenti gravi. Attenzione infine alle piante d’appartamento: quali possono essere nocive e quali invece possono avere un effetto benefico.
    Il lavoro è stato curato dal presidente di Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), Lorenzo Croce, con l’ausilio di esperti e sotto la supervisione del servizio veterinario e del Trubunale degli Animali


     GATTI ANTISTRESS
    Gatti anti stress

     
    Sono dolci, sono affettuosi e tremendamente belli, ma i nostri amici felini a quattro zampe nascondono una dote del tutto particolare: sono degli ineguagliabili ed efficacissimi rimedi anti stress!

    Tutti i veri gattofili sanno molto bene quanto si piacevole e rilassante trovare, dopo una dura giornata tra impegni e lavoro, il nostro amato gatto che ci riempie di coccole e attenzioni. Impossibile non lasciarsi andare ad un sorriso per il loro modo di fare buffo e giocherellone.

    Ora la scienza è arrivata a confermare quello che gli amanti dei mici sanno già da tempo: i gatti fanno bene. A dimostrarlo un gruppo di ricercatori della University of Minnesota, i quali hanno provato che possedere un felino riduce di un terzo il rischio di essere colpiti da un infarto, da un ictus o da altre malattie cardiovascolari.

    In Francia invece un veterinario propone un singolare rimedio. Vende via Internet un cd con le fusa del gatto. E' convinto che i suoni bassi, profondi e misteriosi emessi dai felini abbiano un effetto molto rilassante sull'uomo.

    Nell'uomo l'ascolto delle fusa feline avrebbe un impatto calmante perché tra l'altro attiverebbe i neuroni che producono serotina. L'effetto sarebbe particolarmente forte su chi ha gia avuto o ha fruttuose interazioni con gatti in carne e ossa, che sono pur sempre la migliore fonte naturale di relax e tenerezza.

    ANAGRAFE FELINA...



    L'era dei foglietti di smarrimento appesi alle fermate degli autobus è terminata. Ora, per rintracciare il proprio micio basta un microchip che ti permetterà di trovarlo ovunque si trovi. Il sensore, inoltre, sarà une bel problema per tutti quelli che intendono abbandonare il proprio gatto.

    Dopo quella canina arriva finalmente anche l'anagrafe felina, una banca dati informatizzata che registra i codici identificativi degli esemplari dotati di un microchip. Si tratta di un servizio su base volontaria, dunque non c'è, come nel caso dei cani, nessun obbligo di renderli rintracciabili.
    È utile approfittare di questa possibilità per diminuire al minimo il rischio di smarrimento. Farlo è semplice, basta rivolgersi ad un medico veterinario che abbia aderito all'Anagrafe per l'identificazione e registrazione on-line dell'animale di proprietà o in custodia.

    Il veterinario inserirà un piccolissimo e indolore dispositivo elettronico sul collo del tuo piccolo amico, senza doverlo sedare e senza anestesia. Se lo porti con te in viaggio non ti preoccupare perché grazie al microchip potrai ritrovarlo anche all'estero.

    I gatti dotati di microchip non sono una novità assoluta per l'Italia, la vera innovazione è che in caso di smarrimento si potrà risalire al proprietario attraverso la lettura del codice, operazione che fino ad oggi non era possibile neppure per gli esemplari già equipaggiati di segnalatore elettronico.

    Il servizio è stato realizzato dall'associazione nazionale medici veterinari (Amnvi) e da Frontline Combo Education Program, unite per evitare gli smarrimenti e disincentivare gli abbandoni.

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